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Il buon andamento delle esportazioni di prodotti di acciaio semilavorati e di piani e gli incentivi fiscali previsti dal governo hanno spinto il mercato della laminazione. E la produzione di macchinari di nuova generazione, digitalizzati e interconnessi, ha fatto boom.

I primi mesi del 2017 sono stati buoni per il business della lavorazione siderurgica, che ha registrato un incremento delle vendite all’estero dell’1,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, raggiungendo quota 7,56 milioni di tonnellate. Ad andare particolarmente bene, secondo i dati elaborati da Siderweb sulla base dei dati di ISTAT, sono state tre macro-categorie: materie prime (+42,0% a 262 mila e 536 tonnellate), semilavorati (+28,0% a 283 mila e 969 tonnellate) e piani (+5,6% a 3,20 milioni di tonnellate). In calo, invece, i tubi, che perdono il 7,1% fermandosi a 1,36 milioni fi tonnellate, e i lunghi (-3,2% a 2,45 milioni di tonnellate). A spingere le nostre esportazioni è stata soprattutto la domanda proveniente da altri Paesi Ue, ha rallentato invece quella da parte degli Stati extracomunitari.

La quarta rivoluzione industriale e le macchine

Il dinamismo del mercato della laminazione e l’entrata in vigore delle agevolazioni fiscali previste dall’ultima legge di Stabilità, hanno dato una boccata di ossigeno alle aziende del settore che hanno iniziato a investire per rinnovare i macchinari di produzione avviando così un ciclo virtuoso che non può che fa bene all’intero segmento. «La nostra industria si sta muovendo per diventare sempre più competitiva a livello internazionale è ottica 4.0», ha detto Alfredo Mariotti, direttore generale di Ucimu-Sistemi per produrre nel corso di “Lamiera”, la fiera di settore della laminazione che si è tenuta a Milano lo scorso maggio con grande successo. «Le nostre aziende stanno capendo che non basta limitarsi a fare la revisione delle macchine, ma è necessario comprendere come riorganizzare la fabbrica, come scambiare i dati tra uomini e macchina».

Italia terza produttrice mondiale di macchine per la deformazione

Una piccola rivoluzione che sta influenzando positivamente anche il mercato delle macchine per la deformazione dell’acciaio made in Italy, dove il nostro Paese occupa il terzo posto nella classifica dei produttori e il quarto in quella degli utilizzatori a livello mondiale. A confermarlo anche i dati di Gardner Publications, in base ai quali con un incremento della produzione dell’9,1%, a 2.379 milioni di euro, l’Italia ha confermato la sua competenza nel segmento. «L’Italia è senza dubbio un mercato importante che può contare su imprese leader specializzate nella deformazione e lavorazione della lamiera e su una domanda vivace», ha commentato Mariotti. I dati sulla raccolta ordini Ucimu di macchine utensili, parlano chiaro. Nel primo trimestre 2017 le richieste hanno infatti registrato un incremento del 5,1%, rispetto allo stesso periodo del 2016: un risultato possibile grazie all’ottimo riscontro degli ordinativi raccolti sul mercato interno, cresciuti del 22,2%, e a un rinnovato interesse internazionale.

Un mercato nuovo e dalle enormi potenzialità

Sul fronte della laminazione propriamente detta, R+W Italia può giocare da protagonista anche in virtù delle sue ultime famiglie di giunti e limitatori di coppia a limite elevato. «Per l’azienda», ha riflettuto il responsabile commerciale Davide Fusari, «quello degli impianti per la produzione di laminati è un segmento in larga parte inesplorato ma dalle grandi potenzialità di crescita, nonostante che in Italia i player importanti e specializzati siano pochissimi. Attendiamo però buoni ritorni anche dal business correlato della manutenzione». Trattative e manovre per conquistare soddisfacenti spazi di visibilità e guadagno sono già in corso, talora al culmine di «un corteggiamento lungo e travagliato», e dovrebbero condurre per il polo italiano di Poppe+Potthoff  alla definizione di contratti di respiro pluriennale.

C’è riserbo sui nomi in gioco, mentre non mancano le certezze sui plus che il catalogo di R+W può offrire. «I nostri limitatori di coppia ci permettono di distinguerci», ha detto Fusari, «soprattutto quando si tratta di gestire in totale sicurezza impianti presso i quali la riduzione dei fermi-macchina al minimo è un aspetto fondamentale. Sono facili da installare e utilizzare, non richiedono uno sforzo significativo in termini di assistenza e vantano un ottimo livello di performance nelle operazioni di messa in sicurezza in caso di sovraccarico».

Qualora si verifichino ostacoli o problemi in sede di laminazione, i limitatori di coppia R+W intervengono per sganciare la parte motrice dell’impianto dalla parte condotta, evitando in tal modo eventuali rotture. «Non si tratta di un dettaglio secondario», ha osservato Fusari, «perché uno stop alle attività della durata di un solo giorno può causare danni calcolabili in centinaia di migliaia di euro. I nostri interlocutori sono chiaramente molto sensibili a questo tema e anche alla luce di ciò prevediamo realisticamente una buona crescita nel comparto».

Le grandi manovre

Che il settore sia in fermento lo testimoniano altresì le operazioni milionarie che, nel segno dell’adesione ai dettami dell’Industria 4.0, sono in corso presso attori di primo piano come Acciaierie Venete. Nella tarda primavera scorsa, secondo quanto riportato dalla stampa economico-finanziaria, il colosso padovano ha commissionato al Gruppo Danieli  un impianto automatizzato e gestito attraverso una rete di sensori, adatto alla produzione di piccoli lotti e alle lavorazioni che impongono flessibilità massima nei cambi di dimensione.

Il valore del progetto, stando alle fonti, dovrebbe aggirarsi attorno ai 50 milioni di euro complessivi. Una capacità produttiva di 750 milioni di tonnellate per una velocità di laminazione da 100 metri al secondo è quella del laminatoio commissionato sempre a Danieli dal gruppo Pittini, a Verona, per un importo di circa 100 milioni dettato pure dall’ammodernamento di altre linee.

A Primetals  si è invece affidata Valbruna per il suo sistema a colata continua per billette in acciaio inossidabile e leghe, rinnovato con l’incremento a nove metri del raggio macchina, che consente la produzione di manufatti con sezione trasversale sino a 160 millimetri e oltre.

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