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TRANSIZIONE 5.0: UNA SCOSSA ALL’INDUSTRIA

TRANSIZIONE 5.0: UNA SCOSSA ALL’INDUSTRIA

Mentre scriviamo sta per entrare in una fase decisiva il dibattito sui decreti attuativi relativi al varo ufficiale dei crediti di imposta previsti per il Piano Transizione 5.0. Il pacchetto di misure mette al centro la necessità di un più attento e rigoroso monitoraggio dei consumi e non solamente i temi del risparmio e dell’efficienza energetica. È tuttavia chiaro che la scelta di tecnologie e fonti capaci di coniugare un rendimento ottimale con il conto economico e la sostenibilità ha un peso importante.

Tecnica e norme

La transizione è anche quella che – e non da oggi – interessa il rimpiazzo dei tradizionali attuatori idraulici e pneumatici, con tutto quel che essi comportano in termini di richiesta di gas, liquidi e lubrificanti, con omologhi elettrici e meglio ancora se alimentati con pannelli fotovoltaici. Al di là delle normative, a trainare l’evoluzione sono anche motivazioni di natura eminentemente tecnica. Lo ha osservato fra gli altri la American Association for Advancing Automation o A3, che riunisce circa 1.300 organizzazioni attive sia sui fronti della robotica, dell’automazione e dell’intelligenza artificiale sia su quelli dei motori e servomotori e del motion control. Uno degli esempi proposti da A3 è quello delle presse a iniezione per lo stampaggio che, se equipaggiate con azionamenti al 100% elettrici assicurano un consumo di energia significativamente inferiore a quello dei sistemi idraulici.

«In questo contesto l’apporto dei componenti meccanici come i nostri è quello di offrire collegamenti precisi e senza gioco angolare in modo da ottimizzare le dinamiche dei motori», interviene Davide Fusari, country manager per l’Italia di R+W.  «Contribuendo in questo modo anche a ottenere un risparmio energetico, vista la leggerezza dei materiali in cui sono realizzati e la bassa inerzia».

C’è poi un’altra transizione della quale tener conto ed è quella che interessa la mobilità, pronta a trasformarsi tout court in e-mobility. Nelle vetture a impatto zero a servomotori e azionamenti sono assegnate mansioni importanti: alimentano infatti componenti, tutti elettrificati, quali il servosterzo, i sistemi frenanti e le trasmissioni. Per queste ragioni la rivoluzione in corso nel panorama dell’auto può rappresentare un loro aggiuntivo driver di sviluppo. Ancora, i veicoli di nuova generazione sono con crescente frequenza equipaggiati con sistemi di assistenza – controllo adattivo della velocità o frenata autonoma di emergenza – cui servomotori e azionamenti a elevate prestazioni possono garantire un plus di efficacia e di precisione, così come avviene per le macchine utensili.

I servomotori e gli azionamenti svolgono un ruolo cruciale nei veicoli elettrici, alimentando vari componenti come il servosterzo elettrico (EPS), i sistemi di frenatura elettrici e le trasmissioni elettriche. Con l’aumento della domanda di veicoli elettrici, aumenta anche la domanda di servomotori e azionamenti.

Sistemi avanzati di assistenza alla guida (ADAS): i veicoli moderni incorporano sempre più funzionalità ADAS come il controllo della velocità adattivo, l’assistenza al mantenimento della corsia e la frenata di emergenza autonoma. Questi sistemi fanno molto affidamento su servomotori e azionamenti per un controllo preciso di sterzo, frenata e accelerazione. La proliferazione delle tecnologie ADAS sia nei veicoli convenzionali che in quelli elettrici spinge la domanda di servomotori e azionamenti ad alte prestazioni.

«Lo sviluppo della e-mobility ha condizionato molto lo sviluppo della tecnologia di transizione elettrica. Tutti i motori elettrici, infatti, necessitano di essere testati e per farlo occorre costruire banchi prova ad hoc sui quali aziende come la nostra sono coinvolte su più fronti», precisa Fusari.

«Dalla fornitura di componenti meccanici come giunti e limitatori di coppia per il collegamento di dispositivi della catena cinematica dei banchi prova, alla fornitura di giunti sensorizzati, che oltre a eseguire il collegamento tra i componenti della catena cinematica si occupano anche di effettuare le misure di coppia, velocità e vibrazioni per poi renderle disponibili all’utilizzatore del banco».

Non solo efficienza

Nei macchinari considerati «cavi elettrici, motori e azionamenti sostituiscono componenti idraulici come raccordi, linee e radiatori dell’olio» e la sostenibilità è ritenuta un elemento fondamentale già by design. Ma i benefici della scelta non si esauriscono qui. «Oltre a una maggiore efficienza energetica», hanno ricordato gli esperti di A3, «la velocità, precisione e ripetibilità migliorate degli azionamenti elettrici possono comportare cambi di produzione più rapidi, prodotti di qualità superiore e un volume di produzione maggiore. Questa più elevata efficienza produttiva si ottiene riducendo il tasso di scarti, con minori perdite di materiale, tempi di rilavorazione e scarti».

Le sfide non mancano, le opportunità neppure

È inevitabile che la posizione di primato assegnata alle alimentazioni elettriche porti con sé anche qualche rischio di congestionamento delle reti, a maggior ragione nell’auspicabile caso di un aumento del ricorso al fotovoltaico. Più che mai in simili circostanze diventa preziosa – come invece suggerisce più di un fornitore internazionale – l’adozione di dispositivi di gestione e controllo smart tali da agevolare il bilanciamento dei carichi mantenendo intatta l’infrastruttura e la sua affidabilità. A fronte di tutto ciò e tenendo presenti le criticità che hanno interessato i prezzi più che le forniture di gas e idrocarburi in tempi recenti, è facile prevedere che il mercato dei servomotori elettrici sia in procinto di registrare un netto balzo avanti. I ricercatori di IMARC Group, sedi nell’Uttar Pradesh in India, New York e Londra, prevedono che sull’onda della richiesta di automazione da parte dei Paesi emergenti il loro valore possa passare dai 12,8 miliardi di dollari del 2023 ai 18,6 del 2032.

Nadia Anzani e Roberto Carminati
Nadia Anzani e Roberto Carminati

Articolo a cura dei giornalisti professionisti Nadia Anzani e Roberto Carminati

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Nadia Anzani e Roberto Carminati

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