Il giunto è diventato smart
L’industria 4.0 e i macchinari che ne costituiscono l’ossatura hanno spinto il mercato della componentistica ad adeguarsi in termini di digitalizzazione. Nascono così i giunti intelligenti in grado di monitorarsi e di controllare il funzionamento dell’intero impianto.
Anche componenti quali i giunti e i limitatori di coppia stanno diventando intelligenti e si preparano a trasformarsi in ulteriori preziosi tasselli nel mosaico dell’Internet of Things, composto da macchine, oggetti e ambienti inevitabilmente smart. E in grado perciò di ricevere e trasmettere informazioni critiche inerenti – è il caso della componentistica ma naturalmente anche di intere linee produttive o impianti – il loro stato di salute, i livelli di performance, la necessità di manutenzione.
Che il mercato «degli oggetti connessi» sia in costante espansione lo ha confermato una ricerca recente dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, che nella sola Italia vale oltre 5 miliardi di euro con un incremento del 35% fra il 2017 e il 2018.
In ascesa è il segmento dei servizi – fra i quali quelli di remote e predictive maintenance – il cui valore è stato stimato in 1,8 miliardi di euro (+44%).
Ma lo è pure, per fare un altro esempio, quello delle smart car, le auto intelligenti e interconnesse che totalizzano un miliardo di euro realizzando un corposo +37% fra il 2017 e lo scorso anno.
«Sebbene siano prevalenti (69%) i box per la localizzazione e la registrazione dei parametri di guida, sono le auto nativamente connesse tramite Sim o bluetooth a trainare la crescita (31%, + 69% nel 2018 con il 70% dei veicoli immatricolati dotato di sistemi di connessione)», si è appreso dal sito tendenzeonline.info.
Investimenti in IoT per 70 miliardi di dollari entro la fine dell’anno
«Molte applicazioni IoT», si è invece potuto leggere altrove, «integrano algoritmi di Intelligenza Artificiale che può fungere da centro di controllo ad esempio per la gestione del traffico in una città o una fabbrica.
Si prevede che entro il 2020 i produttori globali investiranno 70 miliardi di dollari in soluzioni IoT basate su dispositivi collegati a Internet che utilizzano sensori e processori installati per comunicare tra loro e interagire con noi mentre raccolgono e condividono dati e informazioni».
Non solo: «l’implementazione dell’IoT», ha proseguito il reportage curato da Emc Elettronica, «cambierà radicalmente, a partire dall’assemblaggio di singoli prodotti, passando poi per il process control.
La spesa per realtà aumentata e virtuale (AR/VR) sarà di 160 miliardi di dollari nel 2023, rispetto ai 16.8 miliardi di dollari relativi al 2019. Il CAGR per la spesa in AR e VR sarà del 78.3%.
Sempre più aziende utilizzano hardware, software e servizi di realtà aumentata, inclusi visualizzatori, interfacce e applicazioni personalizzate, per modificare radicalmente i processi produttivi, le linee di assemblaggio, la diagnostica e la manutenzione industriale».
Il pronostico è che la Rete delle Cose possa attrarre entro i prossimi tre anni una spesa pari a 318 miliardi di dollari nel mondo. I giunti saranno della partita.
Anche i giunti diventano intelligenti
Ma le macchine industriali intelligenti per diventare sempre più performanti devono avere al loro interno una componentistica smart, un po’ come è successo per il settore automobilistico.
A cominciare dai giunti. R+W Italia è stata una delle prime realtà industriali ad avvertire questa necessità del mercato e ha saputo rispondere prontamente progettando il primo giunto smart.
Si chiama IPK ed è stato lanciato sul mercato italiano a ottobre 2020.
«Ci siamo resi conto che l’industria 4.0 per raggiungere il massimo dell’efficienza deve avere sempre più componenti in grado di auto-monitorarsi e di monitorare il funzionamento della macchina dalla manutenzione a un controllo delle prestazioni continuo, senza dimenticare la capacità di prevedere guasti e rotture delle varie parti del motore», spiega Davide Fusari, Country manager di R+W Italia.
«Il nostro giunto AIC è in grado di misurare diversi parametri del suo funzionamento: temperatura, vibrazioni, disallineamento della coppia che sta trasmettendo etc.», continua Fusari.
L’obiettivo?
«realizzare componenti e quindi macchine sempre più efficienti, precise in grado di controllarsi continuamente per prevedere eventuali guasti che andrebbero a impattare negativamente sulla produttività», conclude il manager.