LA PRODUZIONE DIVENTA SEMPRE PIÙ INTELLIGENTE
L’intelligenza artificiale generativa è pronta a presentare potenzialità e opportunità inedite alla transizione di Industria 5.0 accelerando il cambiamento e l’innovazione di alcune aree strategiche interne alle aziende. A confermarlo è stato anche un recente studio elaborato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Microsoft Italia, in base al quale l’IA è un motore di crescita capace di sbloccare il potenziale produttivo delle imprese con risultati senza precedenti.
Oltre il PIL, meglio del PNRR
Stando alle stime gli impatti dell’AI generativa sulla produttività del nostro Paese, infatti, sarebbero tali da generare 312 miliardi di euro di valore aggiunto, equivalenti al 18,2% del Pil o a 1,2 volte il Prodotto lordo del solo settore manifatturiero. A dar l’idea di quanto alta sia la posta in gioco è anche il fatto che il volume d’affari innescato dall’intelligenza artificiale nelle sue varie forme equivarrebbe al budget messo in campo dal Piano nazionale di ripresa e resilenza o PNRR moltiplicato per 1,6 volte.
Trasmissioni intelligenti
La diffusione di macchinari sempre più evoluti e la disponibilità di nuove tecnologie stanno rivoluzionando non solo il mercato dell’automazione, ma anche quello degli organi di trasmissione meccanica e quindi lo stesso operato di fornitori di componenti quali R+W. Da tempo il concetto di intelligenza si applica con successo ed efficacia ad alcune sue importanti gamme di giunti. L’esempio è dato dagli esemplari sviluppati con tecnologia IPK. Grazie all’integrazione di sensori e alla conseguente capacità di dialogare con macchine e gestionali in un’ottica di Industrial Internet of Things questi giunti raccolgono e smistano dati utili ai fini del controllo delle performance e della manutenzione predittiva o preventiva. Applicabile a qualsiasi tipo di giunto questa tecnologia offre una precisa valutazione del comportamento dinamico nella linea di trasmissione rotante, riuscendo a rilevare quattro grandezze fisiche standard: coppia, velocità, accelerazione e temperatura. E in aggiunta ai sensori standard, è possibile inserire ulteriori sensori per misurare le forze assiali o i carichi radiali.
Il senso dei giunti per l’AI
Questo significa però che l’azienda è in grado di proporre soluzioni smart, non già di cavalcare per loro tramite l’onda dell’intelligenza artificiale propriamente detta, al momento confinata ad altre applicazioni e in attesa di sviluppi ulteriori. «Il rilevamento di dati sensibili e critici», ha detto Davide Fusari, country manager per l’Italia di R+W, «è sinonimo di una produzione intelligente, non di artificial intelligence. Si può tuttavia affermare senza azzardi che in un futuro più o meno prossimo tutte le informazioni registrate potranno servire la causa di un nuovo paradigma di progettazione e dunque essere fonte di alimentazione di evoluti algoritmi ad hoc. Per il momento l’uso dell’AI in senso stretto è limitato però alle funzioni di marketing e comunicazione e a quelle commerciali».
In linea con il mercato
D’altra parte in questa direzione si sta muovendo – specie se si parla di AI generativa più che analitica – la più gran parte delle imprese fotografate dalla società di consulenza McKinsey con un’indagine su 1.363 professionisti realizzata fra il febbraio e il marzo di questo stesso anno. Se a oggi entrambe le forme di intelligenza artificiale hanno attratto il 5% del budget riservato alla digitalizzazione, gli stanziamenti a favore della prima sono destinati a crescere in misura più ingente nel triennio a venire. Non solo: se fra i benefici che la rivoluzionaria tecnologia porta con sé c’è la riduzione dei costi, prima a trarne vantaggio dovrebbe essere l’area delle risorse umane. Si prevede inoltre un aumento degli introiti superiore al 5% e in questo caso le beneficiarie sono per lo più le attività di supply chain management e di gestione inventario. Il supporto ai contenuti per azioni di marketing è a oggi fra le prerogative più apprezzate in ambito industriale, pure per finalità di personalizzazione dell’offerta. Segue l’assistenza ai clienti o CRM; il design a scopi di sviluppo-prodotti viene subito dopo. Per la precisione, marketing & sales e development sono gli ambiti cui rispettivamente il 34 e il 17% delle società interpellate da McKinsey Group intendono indirizzare i loro futuri investimenti IT strategici.