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Una diagnosi precisa ed esaustiva di ogni singola fonte di consumo energetico in azienda è il punto di partenza di ogni strategia di sostenibilità perché permette di identificare i punti sui quali agire per ridurre il fabbisogno. Tenendo presente che gli sprechi si nascondono nei particolari.

 

Tanto dal punto di vista dei costruttori quanto da quello degli utilizzatori di macchine utensili e sistemi produttivi complessi progettare l’efficienza energetica significa innanzitutto avere un quadro chiaro dei consumi riconducibili agli strumenti utilizzati e non solo a questi. «Necessaria è una diagnosi energetica preliminare», ha detto Luca Orso, amministratore delegato della energy service company (Esco) piemontese Intecos, «in base alla quale individuare i singoli vettori energetici aziendali e riferirli alle attività principali come la produzione; ai servizi generali (è il caso dei compressori) o ai servizi ausiliari (uffici, illuminazione), per poter definire il modello energetico più adeguato».

Solo dopo avere scattato questa istantanea basata «su una visione generale delle esigenze» e dopo aver individuato «i parametri energetici in gioco» è possibile intervenire sulle singole voci. Scegliendo macchinari meno energivori o cambiando (dettaglio solo in apparenza banale) le fonti di riscaldamento e illuminazione, eventuali forni fusori. Va tenuto presente che secondo una media attendibili i sistemi di produzione e le macchine possono pesare sino al 50%-60% sui consumi di un’azienda manifatturiera mentre gli ausiliari possono facilmente arrivare al 25-30%. «Il passo successivo», ha proseguito Orso, «è dato dal monitoraggio delle isole e delle linee, effettuato anche con controlli al livello della singola macchina con l’obiettivo di comprendere quali lavorazioni richiedano la maggior energia e comprendere l’effettivo consumo di quanto monitorato».

 

I circuiti pneumatici e idraulici si mangiano il 50% del fabbisogno energetico

La rilevazione teorico-pratica dei consumi incide anche sulla scelta dei componenti, che a sua volta ricade sulle procedure di costruzione o di progettazione di una macchina o di un sistema; e anche fonti di ambito accademico o della ricerca mettono l’accento sul ruolo degli ausiliari. Notando che a circuiti pneumatici e idraulici, o ancora di condizionamento, può essere ricondotta circa la metà del fabbisogno energetico di un dispositivo, nonostante che essi non intervengano attivamente nel processo manifatturiero. La rigorosa determinazione delle principali sorgenti di assorbimento energetico di un’azienda serve per arrivare a disegnare modelli predittivi affidabili dei consumi totali. E danno modo di confrontare i consumi attribuibili alle diverse macchine a seconda delle configurazioni adottate. Cruciale è altresì la valutazione energetica delle singole lavorazioni, il cosiddetto part program, che mira all’ottimizzazione energetica dando particolare rilevanza alla scelta dei parametri più efficaci al fine della minimizzazione del fabbisogno. Solo attraverso un calcolo di questo tipo sarà possibile stimare il consumo effettivo di una macchina in fase di esecuzione di determinati cicli di lavoro. Per poi ipotizzare, alla luce dei risultati ottenuti, il ricorso a metodologie di lavorazione alternative, assegnando alla voce consumi il ruolo fondamentale di indicatore per la pianificazione delle produzioni, con un netto risparmio sulla spesa energetica.

 

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Rainer Benz, Direttore Tecnico R+W GmbH

 

Attenzione ai particolari

Concetti che in R+W sanno molto bene visto che da sempre una delle priorità dell’azienda è quella di realizzare processi e prodotti eco-compatibili. «Siamo molto attenti a evitare consumi eccessivi di energia e ridefiniamo costantemente la nostra operatività per aumentare l’efficienza il più possibile», ha detto Rainer Benz, Direttore Tecnico della multinazionale tedesca. «I processi produttivi di R+W sono anche del tutto compatibili con la direttiva comunitaria Reach sotto tutti gli aspetti. Per esempio evitiamo le finiture cromate, non produciamo elementi contenenti piombo e ci adoperiamo per produrre componenti completamente riciclabili». Non solo. Anche per quanto riguarda la progettazione e la realizzazione di prodotti R+W ha dimostrato una sensibilità particolare per il rispetto del basso impatto ambientale, tanto che da tempo ha avviato una collaborazione con la facoltà di Ingegneria dell’Università di Bayeruth in Germania e con altri costruttori di trasmissione meccaniche. Anni di lavoro e di studi che hanno portato alla realizzazione di componenti in grado di rendere le trasmissioni e gli impianti in cui sono inserite sempre più efficienti, riducendo il consumo energetico. Un esempio sono i limitatori di coppia a sfere di precisione per automazioni ad alta dinamica, che grazie a peso, ingombro e massa ridotta del 60% rispetto a quelli tradizionali, sono in grado di rendere più efficienti le loro trasmissioni meccaniche migliorando l’efficienza energetica riducendo i consumi. Il tutto mantenendo naturalmente gli stessi livelli qualitativi. Un esempio viene dal grande giunto industriale creato ad hoc da R+W per il laminatoio di una grande acciaieria tedesca che ha permesso la sostituzione di giunti pesanti e obsoleti con una soluzione che pesa circa la metà, permettendo così un considerevole risparmio energetico.

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