Plastica, la chance della circular economy
Al contrario delle aspettative l’economia circolare si sta rivelando un’interessante opportunità di crescita per i costruttori di macchinari, attrezzature e stampi. E una nuova sfida nel nome della qualità e della robustezza per i fornitori di componentistica.
Le tendenze globali sempre più orientate all’ecosostenibilità rendono oggi indispensabile ridurre al minimo possibile qualsiasi spreco di materie prime. Plastica compresa. «In quest’ottica la domanda di trituratori e di sistemi per il riciclo di materiale plastico è in netta crescita e rappresenta un settore sicuramente importante per l’impiego di componentistica meccanica di precisione», ha precisato Marco Benvenuti, Marketing Manager di R+W Italia.
Secondo il rapporto L’Italia del riciclo 2018 patrocinato fra gli altri dal ministero per lo Sviluppo economico e dal ministero per l’Ambiente la produzione globale di materie plastiche è stata pari a 335 milioni di tonnellate. In Europa gli imballaggi incidono sul totale per il 40% circa e quasi l’80% di essi viene regolarmente avviato a operazioni di recupero e riciclo.
In Italia, il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero del packaging plastico ha stimato in un milione di tonnellate (+11,7% sul 2016) il peso dei rifiuti raccolti attraverso la differenziata. «Sono 562 mila», ha reso noto il Consorzio, «le tonnellate di rifiuti di imballaggio in plastica provenienti dalla raccolta differenziata domestica riciclate nel 2017 alle quali vanno ad aggiungersi le 24.780 provenienti dalle piattaforme da superfici private per un totale di 586.786 tonnellate.
A questa cifra vanno aggiunti i quantitativi di imballaggi in plastica riciclati da operatori industriali indipendenti provenienti dalle attività commerciali e industriali pari a 400.000 tonnellate, per un riciclo complessivo di circa 986 mila tonnellate. Sono stati recuperati anche quegli imballaggi che ancora faticano a trovare sbocchi industriali verso il riciclo meccanico e il mercato delle plastiche riciclate. Circa 324 mila tonnellate sono state utilizzate per produrre energia al posto di combustibili fossili».
La sfida della circular economy
Si va dunque verso un sistema di produzione e consumi più virtuoso, in ottica di circular economy che si presenta come una sfida costruttiva per le aziende italiane che producono macchinari per la triturazione della plastica. La maggior parte di esse, infatti, è in grado di offrire impianti adatti a processare non solo polimeri vergini ma anche materiali riciclati in percentuali sempre più elevate, con consumi energetici ridotti, per prodotti finiti performanti.
Pertanto, la svolta in chiave circular economy, che in prima battuta potrebbe presentarsi come una minaccia per la plastica, è in realtà un’opportunità di crescita per i costruttori di macchine, attrezzature e stampi.
A ogni macchina il suo giunto
Operare in un settore tanto dinamico implica la capacità di soddisfarne i requisiti che, per quanto attiene alle indispensabili macchine tritarifiuti, sono innanzitutto quelli della massima affidabilità e solidità. Fanno della robustezza il loro fiore all’occhiello, coerentemente, i giunti firmati da R+W.
«I nostri prodotti destinati a questo tipo di macchinari devono essere molto robusti per reggere sforzi importanti, ma al tempo stesso serve un elemento che possa preservare la componentistica meccanica interessata dal moto in caso di sovraccarico», ha aggiunto Benvenuti, «in maniera tale da poter preservare tutta la relativa catena cinematica ed evitare i fermi macchina dovuti alla rottura di qualche componente o addirittura degli utensili di triturazione. Ecco perché la soluzione ideale per le applicazioni di questo genere è rappresentata dall’utilizzo di un giunto per coppie elevate con limitatore di coppia integrato».
Per indirizzare questo tipo di domanda, R+W Italia propone diverse soluzioni che variano in base alla complessità della macchina. «Negli impianti di triturazione o destinati al riciclo della plastica vengono utilizzati giunti per elevate coppie che appartengono alle nostre serie dedicate alla trasmissione di potenza», continua Benvenuti.
«Nello specifico vengono utilizzati i nostri giunti a elastomero serie EK, giunti lamellari della serie LP e i giunti a denti della famiglia BZ a gioco ridotto.Laddove si renda invece necessario l’utilizzo di un limitatore di coppia proponiamo l’utilizzo dei nostri limitatori Serie ST, integrabili in ogni tipo di giunto precedentemente citato».