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Le vetture elettriche stanno conquistando consistenti fette di mercato spingendo tutto l’indotto dell’automotive a innovarsi per stare al passo con l’evoluzione del mercato. Compreso il segmento dei collaudi, che sta assumendo connotati sempre più hi-tech.

Il KPMG’s Global Automotive Executive Survey 2017 non ha dubbi sullo sviluppo dei motori a basso impatto ambientale: «Già nel 2025 le vetture ibride o elettriche costituiranno il 60% delle vendite nei 28 paesi dell’Unione Europea», dice.

Ipotizzando percentuali simili per gli altri player mondiali, è possibile stimare che dei circa 100 milioni di auto che si prevede verranno vendute ogni anno, 70 milioni saranno ibride o elettriche.

Un segmento più che interessante anche per tutto l’indotto che ha già iniziato a guardare avanti e a cambiare pelle. Tutti i principali brand, infatti, sono ormai della partita e il mercato si sta surriscaldando, come dimostrano le elaborazioni di BMW riportate in queste stesse pagine e i numeri rilasciati da Acea (l’Associazione dei costruttori) a inizio settembre, in base ai quali nel secondo trimestre del 2020 la quota delle automobili elettriche in Europa è balzata dal 2,4% del totale, registrato nello stesso periodo dello scorso anno, al 7,2% di giugno.

Crescono i servizi, scendono i tempi di breakdown

Non sono solo le immatricolazioni a crescere, poiché stando a quanto riportato dal laboratorio MOVE del Politecnico di Milano e riferito dalla testata Electric Motor Engineering, una positiva evoluzione interessa anche i servizi correlati all’elettrificazione.

L’osservatorio ha calcolato un incremento del 14% dei servizi correlati al mondo delle smart car interconnesse; e ha stimato che il 13% degli automobilisti sarebbe pronto a passare, nel breve periodo, da una vettura tradizionale a un modello a impatto zero.

Inoltre, il monitoraggio di ben 100 milioni di spostamenti compiuti da automezzi privati su un periodo di 12 mesi ha permesso di verificare, con un confronto coi modelli tradizionali, la discesa dei tempi di ritorno sugli investimenti in EV, BEV e affini, che adesso sono pari a otto anni.

Banchi prova sempre più sofisticati

Un trend che spinge molto le innovazioni in tutti i segmenti del settore automotive, compreso quello dei collaudi e quindi dei banchi prova destinati a testare e certificare i motori green, che sta subendo una vera e propria rivoluzione.

Si tratta di prodotti sempre più sofisticati e in grado di garantire alle case automobilistiche alti standard di qualità. Del resto effettuare gli appropriati test per verificare le prestazioni del veicolo in termini di emissioni, consumo carburante, robustezza della diagnostica e velocità è fondamentale per poter differenziare un determinato prodotto sul mercato da un altro e battere, se possibile, la concorrenza.

Banchi prova progettati ad hoc per garantire tutto questo sono già presenti sul mercato, ne sanno qualcosa aziende come Avl e Testline, solo per citarne alcune, che hanno fatto della ingegnerizzazione il loro fiore all’occhiello.

Per quel che concerne in particolare la prima, nel passato recente il suo impegno non si è limitato alle attività di collaudo che ne costituiscono la principale specialità, ma si è esteso allo sviluppo di nuovi prototipi. In collaborazione con il fornitore di componenti Magna Steyr e con l’università austriaca di Graz, l’azienda, già partner di alcune grandi scuderie F1, ha testato e dato vita a un’auto alimentata a celle a combustibile all’idrogeno e a batteria, con un’autonomia di 500 chilometri e tempi di rifornimento dell’idrogeno attorno ai tre minuti, a ulteriore testimonianza dei continui passi avanti dell’industria.

Innovare per battere la concorrenza

Per la realizzazione di questi banchi prova in genere vengono utilizzati componenti (torsiometri, motori inverter e giunti) di elevate prestazioni. «Si tratta di banchi che girano ad alta velocità», spiega Davide Fusari, country manager di R+W Italia «e per questo necessitano di giunti veloci, leggeri, precisi e bilanciati come quelli che abbiamo in catalogo. In particolare mi riferisco ai modelli della serie BK e LP.

Si tratta di giunti elastomerici, a soffietto o lamellari, ideali per garantire la qualità delle prestazioni di questa tipologia di banchi prova». Che sono completati da una corposa strumentazione elettronica e da sofisticati software di gestione.

Insomma innovazione diventa sempre più la parola d’ordine per vincere su un mercato super competitivo e in continua evoluzione come quello dell’automotive.

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