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Nel 2018 la produzione di macchine utensili è salita del 13,4% e le esportazioni del 7,2%. Anche grazie al Piano industria 4.0. Ora le imprese del settore guardano alle sfide del 2019. Prima fra tutte: mantenere alto l’export conquistando nuovi mercati.

Un aiuto dalla Legge di Bilancio

Le agevolazioni previste della Legge di Bilancio 2018 per le imprese volte a favorire l’acquisto di macchine utensili tradizionali e in ottica 4.0 (in particolare super e iperammortamento), hanno dato una spinta decisiva al mercato di riferimento che lo scorso anno ha registrato una crescita record. A confermarlo gli ultimi dati elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi per produrre, l’Associazione dei costruttori italiani, in base ai quali negli ultimi 12 mesi in Italia si sono prodotte macchine utensili per un totale di 6.900 milioni di euro, il che significa il 13,4% in più rispetto 2017. In particolare, nel 2018, il consumo di macchine utensili, robot e automazione in Italia è salito del 25,9%, arrivando a 5.620 milioni di euro.

Vietato dormire sugli allori

Un trend salutare soprattutto per la domanda interna lievitata a 3,3 milioni di euro (+21,1%), ma si sono difese bene anche le esportazioni che hanno toccato quota 3,6 (+7,2%). Prodotti che hanno raggiunto le principali piazze Europee: Germania, 246 milioni di euro (+11,6%); Polonia, 143 milioni di euro (+49,8%) e Francia, 135 milioni di euro (-4,6%). Ma che per la loro qualità e recisione hanno saputo conquistare anche clienti in Cina (237 milioni di euro, +7,1%) e Stati Uniti (223 milioni di euro, +9,5%). «Il livello tecnologico delle nostre macchine è aumentato e questo ci permette di essere più competitivi a livello internazionale», ha spiegato Massimo Carboniero, Presidente di Ucimu nel suo discorso di fine anno.

Purtroppo le prospettive per il futuro non sono delle migliori a causa della deriva protezionistica a cui stiamo assistendo. La possibilità di una guerra commerciale tra Cina e Usa prende drammaticamente forma e riguarda molto da vicino noi che siamo esportatori. Non solo: anche la Russia prosegue il suo sistema sanzionatorio e questo è un altro elemento che non agevola la crescita delle nostre industrie, così come l’Iran, altro mercato importante per le macchine utensile italiane che ora si sta sempre più chiudendo.

Un insieme di punti critici che però, secondo Carboniero, non devono preoccupare gli operatori, almeno per ora, visto che non si ha ancora certezza su come si evolveranno le cose. Piuttosto devono servire da stimolo per aumentare la presenza delle aziende italiane su nuovi mercati emergenti. «Vogliamo mercati liberi e aperti, un’Unione Europea forte e un’Italia forte nell’Unione», sollecita il Presidente di Ucimu. Nell’attesa le previsioni per il 2019 parlano di stabilità. E con il vento che tira è già un successo.

Purché siano performanti

Il mercato domestico continua infatti a essere affamato di tecnologie e a darne testimonianza è fra gli altri la torinese Gallicchio Stampi, società da 52 dipendenti che di recente ha celebrato il suo 40esimo anniversario. «Il programma di incentivi per Industria 4.0 noto come Piano Calenda», ha detto il responsabile di area tecnico-commerciale Francesco Gallicchio, uno dei tre figli del fondatore Mario, «ha rappresentato un traino importante per l’intero settore manifatturiero. È stato importante anche per i nostri acquisti più recenti di macchinari e di softwaree per questo non possiamo che sperare in una sua prosecuzione».
Quello della meccanica a 360 gradi è però in Italia un comparto quanto mai esigente e aziende innovative come Gallicchio stanno spingendo ancora fortemente l’acceleratore sull’automazione dei processi e delle linee, con l’obiettivo di dare una sempre maggiore continuità ai loro cicli di lavoro. «Per competere», ha nuovamente osservato Francesco Gallicchio, «servono però tecnologie eccellenti di marchi dalla comprovata affidabilità, perché i committenti sono sempre meno disposti a concedere qualcosa sul piano delle tolleranze e della precisione delle lavorazioni; in una parola della qualità. In un mercato tanto competitivo la velocità di esecuzione è un’altra caratteristica essenziale, in vista di un abbattimento dei costi e dei tempi di produzione, ma senza nulla perdere in performance».

Tutte le ultime acquisizioni dell’attrezzeria torinese vanno in questa direzione e puntano su macchinari dalla struttura solida e imponente oltre che su una crescente integrazione con gli applicativi di progettazione. «Perché non sono i pezzi singoli», è la conclusione, «a fare la differenza, ma gli insiemi, l’assemblato, e per questo è determinante la capacità di rispettare fedelmente i disegni e le relative quote. Lo scopo ultimo di una buona macchina è questo». Non a caso la strada della qualità, dell’affidabilità e della velocità di consegna è anche quella individuata da tempo da R+W Italia che ha fatto di queste tre caratteristiche i suoi tratti distintivi.

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