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Il conflitto russo-ucraino e la crisi economica a esso collegato hanno riacceso i riflettori sull’importanza della digitalizzazione delle imprese. Perché macchinari e componenti “intelligenti” contribuiscono a contenere i costi dell’energia spingendo l’efficienza della produzione.

L’impatto delle tecnologie sulle bollette

Tanto la digitalizzazione e l’interconnessione dei sistemi produttivi in chiave 4.0 quanto la spesa energetica impazzita sono temi di dibattito e oggetto di analisi frequente per gli attori del settore manifatturiero in Italia e non solo. Di come le tecnologie tipiche della Quarta rivoluzione industriale possano impattare positivamente sui consumi riducendo il peso delle bollette si era occupata già in tempi non sospetti la Federazione italiana per l’uso razionale dell’energia (FIRE).

Nel 2020 aveva infatti pubblicato il rapporto Industria 4.0: effetti sulle imprese in relazione all’efficienza energetica basato su interviste a un campione di energy manager di aziende della Penisola. Ne emergeva che il 10% delle imprese che già avevano investito in automazione, IoT, applicazioni e macchine dedicati riteneva che tutto questo avesse influito moltissimo sulla loro efficienza energetica. Un’influenza elevata era attesa invece dal 12% di chi ancora non aveva provveduto a stanziamenti ad hoc ma si apprestava a farlo.

Marginali risultavano le quote di chi non aveva osservato o non auspicava benefici particolari dall’adozione delle tecnologie 4.0, mentre il 50% di chi le aveva già messe in uso osservava che esse avevano influito molto sui consumi. E che vi avrebbero influito molto lo prevedeva addirittura l’80% delle società che allora si apprestavano a implementarle e installarle.

4.0 a beneficio dei più energivori

Secondo FIRE sono soprattutto i comparti più energivori a trarre il maggior giovamento dall’innovazione. «Chi ha registrato degli impatti (quasi il 60%)», ha evidenziato la ricerca, «ha sottolineato la possibilità di potenziare il monitoraggio tramite l’interconnessione dei sistemi e la presenza di software di analisi, il che garantisce risparmi energetici consistenti.

L’esempio di realtà che hanno stabilimenti interconnessi sin dalla loro realizzazione, e in cui efficienza energetica e digitalizzazione procedono di pari passo, si contrappone ad altre ove gli interventi 4.0 sono stati realizzati soltanto in un’ottica di business e hanno intaccato l’efficienza (…) in misura marginale».

Più recentemente si sono invece occupate del binomio digitalizzazione-sviluppo sostenibile con uno studio congiunto The European House – Ambrosetti e Microsoft Italia.

Il report calcola che il ricorso al digitale in genere possa contribuire a un taglio delle emissioni sino al 10% di qui al 2030 e che le aziende più digitalizzate siano anche per il 64% più efficienti, dal punto di vista della sostenibilità economica, rispetto a quelle più tradizionaliste.

Significativo è che per il 59% delle realtà che hanno partecipato alla ricerca l’essere sostenibili significa agire in modo da rendere più efficienti i processi interni e non a caso la metà delle Pmi e il 69% delle grandi aziende stanno ridisegnando le attività per razionalizzare il consumo di risorse, inclusa naturalmente l’energia.

I giunti con il plus digitale

Perché gli obiettivi di risparmio energetico si concretizzino è necessario che macchine e componenti acquisiscano un plus di intelligenza ed è anche in questo senso che la ricerca e il lavoro di R+W Italia si stanno orientando. «I giunti dotati di sensoristica integrata AIC sono stati progettati dal nostro Team Ricerca e Sviluppo proprio per poter raggiungere un’elevata digitalizzazione end-to-end dei processi di produzione. Sono prodotti che, grazie alla loro tecnologia, sono in grado di monitorare e misurare le più rilevanti grandezze fisiche: coppia, velocità di rotazione, vibrazioni e forze assiali di trazione e compressione. L’intero processo si realizza all’interno di una qualsiasi applicazione, permettendo una gestione anticipata delle operazioni di manutenzione», spiega Marco Benvenuti, Responsabile marketing della filiale nazionale di R+W.

Caratteristiche che rendono la tecnologia AIC perfettamente in grado di soddisfare le esigenze sempre più sentite dell’Industria 4.0 come: «raccolta dati in condizioni di esercizio, stima accurata sullo stato effettivo della macchina, necessità di ottimizzare spazi e tempi in fase di progettazione.
Il tutto finalizzato a una ottimizzazione della gestione delle operazioni di manutenzione predittiva», precisa Benvenuti.
E per garantire un’operatività continua, i giunti intelligenti di R+W possono essere dotati di batteria ricaricabile da 2000 mAh oppure possono essere alimentati ad induzione, tramite apposito sistema di ricarica.

A soddisfare tutte le esigenze dei costruttori di macchinari ci pensa poi la massima versatilità che caratterizza questi giunti digitali che possono, infatti, essere impiegati con tutti i giunti con uno spaziatore intermedio: da quelli lamellari delle serie LP2, LP3, LPA a quelli con allunga delle serie ZA, ZAE ed EZ2. «Ma stiamo anche lavorando a un’integrazione con i gruppi flangiati STF e con le altre tipologie di giunti EK, ST, SK, BK ed ES», conclude il manager.

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