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Introduzione

Buono l’andamento del mercato interno e delle esportazioni nel 2021. Ma le previsioni di crescita del 2022 sono ora messe in discussione dal conflitto russo-ucraino. Anche se per il momento i numeri tengono testa.

Tradizionalmente trainante per la manifattura e l’economia nazionale in genere, l’industria delle macchine utensili ha fatto registrare un’ottima performance anche nel 2021, anno caratterizzato dal rilancio post-pandemico.
Altrettanto buone erano sino al termine dello scorso anno anche le prospettive per il 2022 tanto che Nel commentare i dati Barbara Colombo, presidente di Ucimu aveva dichiarato «Gli incentivi    a disposizione stanno cambiando molte cose: l’officina Italia sta mutando e si sta dotando di tecnologie avanzate. La direzione è dunque quella giusta e chiederemo che questi incentivi vengano resi strutturali».   

Ma oggi, la crisi russo-ucraina sta rimettendo tutto in discussione. Non tanto per il peso dei due Paesi sull’export tricolore (insieme rappresentano il 4% delle vendite estere totali), quanto per le già evidenti tensioni che il conflitto provoca sui versanti dell’energia e dei prezzi delle principali materie prime.

Ordinativi in tenuta

Ma per ora consumi, vendite e valore delle produzioni (le previsioni hanno fissato l’obiettivo a oltre 7 miliardi) sembrano reggere e, anzi, dovrebbero aumentare anche quest’anno. A farlo presagire sono stati anche gli ordinativi incamerati nel quarto trimestre del 2021. L’indice degli ordini di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE è, infatti, salito del 49,4% a paragone con lo stesso periodo del 2020. All’exploit hanno contribuito tanto il buon andamento delle richieste in arrivo dall’estero (+29%) quanto soprattutto la domanda domestica, impennatasi addirittura del 96,9% nel trimestre.

La ripresa del mercato intermo

Allo scorso dicembre il Centro Studi e Cultura d’Impresa dell’Associazione di settore UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE certificava che il valore totale delle produzioni si era attestato a 6,325 miliardi di euro con una crescita del 22,1% rispetto al 2020. Con un aumento sia delle consegne sul mercato interno (+27,8% a 2,9 miliardi circa), sia delle esportazioni, giunte a totalizzare 3,3 miliardi di euro per un incremento da 17,4 punti percentuali sull’annata precedente.
Germania, Stati Uniti, Cina, Polonia e Francia hanno rappresentato la top-5 delle nazioni di destinazione. In crescita anche il fatturato, approdato a 9 miliardi di euro dopo essere sceso addirittura a 7,5 miliardi due anni orsono.

I componenti seguono a ruota

La buona tenuta del mercato delle macchine utensili ha trainato anche quello della componentistica che nel nome dell’Industry 4.0 diventa sempre più sofisticata. Ne sa qualcosa R+W Italia, filiale nazionale della multinazionale tedesca da sempre attenta alle evoluzioni del mercato e a dare risposte concrete alle aziende del settore.

«I nostri giunti elastomeri SP6, per esempio, sono particolarmente adatti alle nuove esigenze dei produttori di macchine utensili», ha detto Marco Benvenuti, responsabile marketing di R+W Italia (vedi video in basso). «Perché sono stati progettati appositamente per i collegamenti motore-mandrino. La precisione raggiunta in fase produttiva e l’estrema concentricità permettono a questi giunti di raggiungere velocità molto elevate, le stesse che vengono richieste dalla movimentazione di un mandrino applicato a una macchina utensile in fase di finitura superficiale del prodotto lavorato». Altra caratteristica fondamentale è l’utilizzo dell’elastomero: capace di smorzare le vibrazioni generate dall’utensile in lavorazione, evitando la loro trasmissione su tutta la catena cinematica interessata dal moto.

«In generale questi giunti sono indicati per tutte le applicazioni dove è necessario raggiungere un bilanciamento tra elevate velocità e lo smorzamento di vibrazioni generate dalla trasmissione», ha aggiunto Benvenuti, come per tutti gli altri prodotti R+W, è possibile sviluppare soluzioni personalizzate su specifiche esigenze del cliente.  Aspetto, quest’ultimo, sempre più apprezzato dal mercato.

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