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Il comparto degli imballi alimentari gode di buona salute, nonostante le complessità del periodo. E si concentra su nuove tecnologie e sull’innovazione all’insegna della sostenibilità. Non a caso le previsioni parlano di una crescita globale del green packaging del 60% nei prossimi sei anni.   
Sfida aperta, dunque, per tutti gli operatori del settore. 

I risultati del 2021

Nonostante le restrizioni dovute alla pandemia e la carenza mondiale di materie prime e componentistica, che ha messo un freno alla produzione e alle consegne, il 2021 è stato un anno da record per il settore delle macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio che, con le sue 633 aziende, ha chiuso l’anno con un fatturato di 8,24 miliardi di euro, mettendo a segno una crescita del 5,5% rispetto al 2020.
A dare una spinta decisiva ai risultati sono state indubbiamente le esportazioni, che contribuiscono per il 78,4% al fatturato, per un valore di 6,46 miliardi, in crescita del 6,2% dopo il calo del 4% del 2020.
Ma anche il mercato domestico gode di buona salute, con 1,77 miliardi di giro d’affari e una crescita del 3,2% sul 2020. In più, a testimonianza della sua carica innovativa – nonché dell’attenzione all’ottimizzazione dei processi e delle risorse – proprio il packaging è uno fra i principali destinatari dell’offerta di soluzioni di automazione industriale. I dati pubblicati la scorsa estate dalla divisione dedicata dell’associazione di settore ANIE dicono che nel 2021 il mercato di riferimento è cresciuto del 22,2% rispetto all’anno precedente. E che sebbene la meccanica si sia confermata come il principale panorama di sbocco con uno share del 16%, gli imballi hanno messo in mostra a loro volta una performance di rispetto attestandosi al 10% e perdendo solo l’1% dal 2020. 

I dubbi della ripartenza

La ripartenza a pieno regime degli stabilimenti industriali sta però coincidendo con un rincaro dei costi di produzione medio del 30%. A pesare sulle aziende in questo momento il prezzo dell’energia, quello delle materie prime, i forti ritardi di consegna della componentistica e gli aumenti dei costi.
«Il primo trimestre 2022 ha segnato un leggero calo del 4,4% rispetto allo stesso periodo del 2021, ma gli ordini (saliti dell’8%) e i mesi di produzione garantita (6,7), fanno sperare bene per il proseguo dell’anno», ha commentato Riccardo Cavanna di Cavanna Packaging Group, neopresidente di Ucima per il biennio 2022-2024. «Un anno che rischia di essere meno brillante di quello passato a causa delle numerose criticità. Vogliamo però restare fiduciosi, anche sulla base degli ottimi riscontri della fiera Ipack-Ima, che ha dimostrato grande dinamismo del mercato, voglia di ripartire e interessanti prospettive tecnologiche per l’immediato futuro, sempre più digitali e integrate con una servitizzazione ancora più efficiente».

La certezza della sostenibilità

Costi, shortage, digitalizzazione e automazione: a tutte queste sfide va aggiunta quella non meno decisiva della sostenibilità. Ne sta discutendo la community radunata attorno a All4Pack Emballage Paris 2022, fiera internazionale del comparto in programma fra il 21 e il 24 novembre prossimi nella capitale transalpina. Dal confronto e dai sondaggi tematici è emerso che l’88% degli interpellati mette il ricorso più massiccio e diffuso alle confezioni green in cima alla lista delle sue priorità. I motivi vanno dalle richieste, in tal senso, dei consumatori (69%) a questioni di immagine (56%) oppure ancora all’evoluzione delle normative (49%). Se queste sono le certezze, le perplessità riguardano invece il costo dei materiali sostenibili (63%); la loro disponibilità e qualità complessiva (43 e 37%). 

Le scelte dei consumatori sono un’opportunità

Un’indagine di Market Watch ripresa anche da fonti d’informazione generaliste ha pronosticato per il green packaging una crescita globale in valore del 60% di qui al 2028 per un business complessivo da 154 miliardi di dollari. Mentre tornando ai dati di All4Pack Emballage Paris 2022 è da rilevare l’elevato potenziale di sviluppo dei biomateriali, oggi patrimonio abituale del 14,8% degli utenti finali (contro i rispettivi 86% e 75,8% di carte e plastica), ma pronti a uno scatto in avanti. Pur se insieme ai materiali tradizionali, il 39% delle aziende ascoltate ha espresso l’intenzione di iniziare a usarli. La tendenza abbraccia chiaramente il confezionamento di alimenti e interessa i fornitori di tecnologie, chiamati ad adeguare la loro proposta sia all’imperativo della riduzione dell’impatto ambientale sia a quello del contenimento dei consumi. Stando all’Osservatorio sul packaging nel largo consumo presentato da Nomisma e Spin Life a Marca 2022 (12-13 aprile, Bologna), «per l’84% degli italiani la sostenibilità passa soprattutto per le scelte di acquisto alimentari». Ma «acquistare un prodotto sostenibile significa comprare un prodotto realizzato tramite un utilizzo responsabile delle risorse e con un basso impatto ambientale, che riduca e minimizzi cioè le emissioni di CO2 (70%), il consumo idrico (65%) ed energetico (63%)». Tutti aspetti, questi ultimi, che interessano da molto vicino anche i produttori di macchine, sistemi e relativi componenti e pertanto anche un’azienda come R+W Italia. 

«Si tratta di una tendenza che ci coinvolge da vicino visto che uno dei nostri obiettivi da sempre è quello di seguire le evoluzioni del mercato e le esigenze delle aziende clienti», precisa Davide Fusari, Direttore della filiale italiana di R+W. «I nostri giunti a soffietto della serie BK, così come quelli  a elastomero di precisione della serie EK e quelli lamellari della serie LP, si adattano perfettamente anche alle macchine automatiche di nuova generazione destinate al packaging alimentare a basso impatto ambientale», prosegue il manager. «Inoltre, essendo realizzati in alluminio, alluminio anodizzato e in acciaio inox, sono estremamente leggeri, performanti, precisi e, cosa da non sottovalutare, corrispondono perfettamente agli standard igienici richiesti dal comparto food».

Guarda il nostro Video Inside sugli Impiantidi  Packaging Alimentare.

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