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ROBOT, IL MIGLIOR AMICO DELL’UOMO

ROBOT, IL MIGLIOR AMICO DELL’UOMO

Non solo Intelligenza artificiale ma anche robotica collaborativa tra le tecnologie abilitanti dell’industria 5.0.  Due tecnologie che stanno ridisegnando i paradigmi di produzione in diversi settori e modificando il rapporto uomo macchina.

Sistemi robotici

In questo contesto decisamente fluido i sistemi robotici di nuova generazione in grado di interagire fisicamente in sicurezza con l’uomo e di condividerne lo spazio, costituiscono un importante cambiamento, che apre la strada a una modalità diversa di impiego della robotica in ambito industriale e non solo.

I cobot, infatti, sono stati progettati per lavorare a stretto contatto con gli esseri umani, caratteristica che li rende particolarmente adatti per l’automazione di processi che richiedono l’interazione dell’uomo. Diverse sono le funzioni che un cobot può svolgere all’interno di un’azienda: attività di machine tending, operazioni di assemblaggio, ispezione di qualità, imballaggio, saldatura, e persino compiti di precisione e minuteria (come l’assemblaggio di minuscole parti elettroniche). Una versatilità che li rende adatti per molteplici settori industriali: dall’automotive all’elettronica, passando per l’industria alimentare fino alla sanità e all’agricoltura.

Progettazione minuziosa

AI e robotica collaborativa, quindi, giocano un ruolo fondamentale nell’ottimizzazione dei processi industriali perché sono in grado di aumentare la produttività, diminuire la percentuale di errore umano, aumentando di conseguenza la qualità dei prodotti, ma anche di migliorare la sicurezza sul lavoro e consentire alle aziende di potersi adattare rapidamente all’evoluzione delle esigenze di produzione giocando un ruolo fondamentale sulla flessibilità. Forse è anche per questo che nella progettazione di queste tecnologie nulla è lasciato al caso, ogni dettaglio è curato nei minimi particolari, a cominciare dagli organi di trasmissione, tra i quali i giunti, elementi cruciali anche per le tecnologie di ultima generazione, «sia per la trasmissione di potenza sia per la funzione di sicurezza che svolgono nei processi automatizzati senza supervisione», interviene Davide Fusari, country manager per l’Italia di R+W. «In questo contesto particolare rilevanza ricoprono i nostri giunti ad alta rigidità torsionale della serie a soffietto BK e le nostre allunghe a soffietto della serie ZA», prosegue Fusari. «Si tratta di prodotti concepiti e progettati per lavorare ad alta dinamica, per questo sono decisamente leggeri, hanno momenti di inerzia molto bassi, il che garantisce livelli di consumo energetico contenuti, in linea con i principi della sostenibilità», afferma Fusari. Sono articoli precisi e senza gioco, resistenti alle sollecitazioni, all’usura e alle variazioni di temperatura, caratteristiche essenziali per assecondare le dinamiche particolarmente elevate dei macchinari innovativi. Inoltre non richiedono manutenzione, hanno una durata praticamente infinita e garantiscono totale affidabilità. «Senza dimenticare che questi due prodotti, essendo realizzati in alluminio e acciaio Inox, possono essere impiegati anche in comparti aziendali sensibili come l’alimentare e il farmaceutico», precisa Fusari.

Numeri, settori e dinamiche

Particolarmente affamate di automazione sono le industrie della lavorazione dei metalli e della costruzione di macchine utensili. I dati elaborati da International Federation of Robotics o IFR lo hanno certificato con chiarezza. Fra il 2022 e il 2023 i due comparti citati hanno osservato un incremento del 16% delle complessive installazioni, accresciutesi in 12 mesi per ben 541 mila e 300 unità. Al lavoro nelle fabbriche di tutto il mondo si sono contati perciò circa 4,3 milioni di robot, a testimonianza di un aumento numerico del 10% a paragone, appunto, con il 2022.

Eppure, nonostante che da più parti – Cina compresa – si debbano fare i conti con il problema della carenza di competenze, il rallentamento dell’economia globale impatta anche su questo segmento della tecnologia. Non ovunque né in tutti i settori, però. La frenata interessa per lo più l’Europa per la quale a fine anno è stato pronosticato un -11% alla voce nuove adozioni nell’attesa di un rilancio che non dovrebbe però avere luogo prima del 2027. Movimentazione di merci e saldatura sono a loro volta altamente automatizzate (+5% lo sviluppo nel 2023) e a livello planetario è la Repubblica Popolare Cinese a trainare la volata: vi sono attive 1,8 milioni di unità, per il 47% realizzate da produttori locali. Ha messo a segno un sonoro +59% l’India; Giappone e Corea sono rimasti pressoché fermi, dopo anni di slancio. Per quel che riguarda l’Italia, IFR ha calcolato nel 2023 un calo del 9% degli acquisti.

Made in Italy, il successo è automatico

Eppure proprio nel nostro Paese non solo hanno luogo le sperimentazioni che l’Istituto italiano di Tecnologia di Genova porta avanti per il tramite di 14 unità di ricerca e cinque facility specifiche, ma hanno preso il via altre iniziative d’interesse e mostratesi meritevoli di risonanza in tutti i continenti. Il riferimento è all’umanoide Robee che è stato messo a punto da Oversonic Robotics – sede operativa a Carate Brianza; sede legale nella vicina Besana – col contributo di un’altra realtà tricolore qual è Robox, il cui quartier generale sorge sulla sponda piemontese del Verbano, a Castelletto Ticino. Quest’ultima vi ha integrato quello che può esserne considerato il cervello, poiché è specializzata nella realizzazione di Programmable automated controller o Pac, ma le più autentiche funzioni di governo e l’hardware di Robee sono il frutto dell’ingegno della casa lombarda.

Il robot si distingue per le dimensioni, vista l’altezza fra il metro e 35 e i due metri e un peso che può arrivare sino a 120 chili. È infaticabile, poiché riesce a farsi carico con il supporto di un carrello di un massimo di 50 chilogrammi di materiali; e spicca nel confronto con molti esemplari consimili per la sua capacità di prendere decisioni autonome.

Non a caso riesce a muoversi provvedendo da sé a evitare eventuali ostacoli e interagisce con gli umani vocalmente grazie a un VoiceBot e continuando nel tempo ad affinare le sue competenze linguistiche e di comunicazione. Dotato di 39 gradi di libertà totali, può dire la sua anche sul tema più caro a R+W Italia e cioè quello dei giunti, poiché sono 36 le sue complessive giunzioni che gli consentono di replicare alla perfezione i movimenti del corpo umano. Ma con noi umani si trova benissimo, riconosce oggetti e persone in virtù di sofisticati algoritmi di AI e non a caso è ritenuto ideale per operare nel contesto di più o meno ampi team. Allo scorso settembre contava circa 140 applicazioni che spaziavano dallo spostamento di pezzi di vario genere al loro inscatolamento, passando per la verifica della loro integrità.

Ma la promessa è che sia lui, sia i suoi parenti a venire, non siano destinati a sostituire il personale in carne e ossa quanto piuttosto ad affiancarlo e aiutarlo, sgravandolo dalle mansioni più ripetitive e potenzialmente più pericolose.

Nadia Anzani e Roberto Carminati
Nadia Anzani e Roberto Carminati

Articolo a cura dei giornalisti professionisti Nadia Anzani e Roberto Carminati

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Nadia Anzani e Roberto Carminati

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