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L’alluminio è una commodity riciclabile all’infinito a fronte di un risparmio importante, perché per la sua rigenerazione è sufficiente il 5% soltanto dell’energia necessaria alla sua produzione primaria. Per il settore sempre in crescita del packaging italiano è una risorsa fondamentale.

Secondo stime del Centro studi di Confindustria e Prometeia l’industria nazionale del packaging ha attraversato nel 2017 un altro suo annus mirabilis registrando un fatturato superiore a 32 miliardi di euro e accrescendo la quota export almeno del 4%. Nonostante il segno più marcato delle importazioni (6%) il saldo commerciale è restato positivo per 2 miliardi circa. In questo quadro l’alluminio, riciclabile pressoché al 100% a fronte di un uso di energia pari al 5% del quantitativo necessario alla produzione primaria, gioca un ruolo di primo piano. La legge della domanda e offerta dà dimostrazione della tendenza: i prezzi delle commodity legate al confezionamento hanno segnato una generalizzata ascesa e fra questi l’alluminio con il suo +5,5% per la materia prima vergine e il +7% di quella secondaria. Che le attività di rigenerazione abbiano nel contesto un peso notevole lo riportano le cifre del Consorzio nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi in alluminio (Cial).

Solamente nel 2016 il 73,2% del materiale immesso sul mercato tricolore è stato recuperato, per un totale di 48 mila e 700 tonnellate, contro un fabbisogno complessivo da 66 mila e 500 tonnellate. Nel 2017 le percentuali sono scese leggermente pur attestandosi attorno al 70% ma le normative paiono andare incontro alle strategie ispirate alla sostenibilità.

A partire dal primo gennaio del prossimo anno è attesa una diminuzione superiore al 50% (15 euro a tonnellata rispetto ai 35 precedenti) del contributo ambientale per lo smaltimento degli scarti, a carico delle imprese. Parte attiva di questo circolo virtuoso sono 6.777 comuni italiani con le rispettive policy di raccolta differenziata, quasi il 90% degli abitanti della Penisola; 209 imprese consorziate. Ancora: 333 soggetti convenzionati secondo gli accordi fra il Consorzio nazionale imballaggi o Conai e l’Associazione dei comuni italiani (Anci) e 12 fonderie completamente focalizzate sulla produzione di alluminio secondario. Fra i player di spicco, anche protagonisti magari inattesi come Nespresso, che lo scorso anno promuovendo l’iniziativa The positive cup ha permesso di recuperare 532 tonnellate di capsule in alluminio usate.

Macchinari sofisticati per prodotti di qualità

Il riciclo dell’alluminio, dunque, è un’attività particolarmente importante per l’economia del nostro Paese, storicamente carente di materie prime. Il trend positivo del settore in questi ultimi anni ha avuto ripercussioni positive anche sul mercato dei macchinari necessari per dare una seconda vita a lattine & co. trasformandole in nuovi imballaggi sicuri per alimenti, cosmetici, medicinali etc. Per realizzare i quali sono necessari apparecchiature e in alcuni casi impianti di nuova generazione, molto sofisticati e altamente tecnologici, progettati e realizzati per ridurre al minimo lo scarto di lavorazione, nel rispetto delle tendenze più green del momento; realizzare un alluminio di alta qualità, aumentandone la purezza e di conseguenza il valore di vendita. Ogni componente dei macchinari necessari per il riciclo deve essere in grado di garantire alte prestazioni nel lungo periodo. In questa direzione molti costruttori di macchinari e automazioni per il packaging hanno trovato notevoli benefici dall’utilizzo di giunti R+W Italia in grado di proteggere in modo adeguato sia macchine con trasmissioni dirette sia quelle con trasmissioni indirette da sovraccarichi o urti. In più l’utilizzo di materiali innovativi e il trattamento delle superfici ha reso possibile a R+W Italia di ridurre in modo sensibile il peso dei limitatori di coppia fino al 70%. A questo si aggiunga che il momento di inerzia molto ridotto consente velocità di rotazione molto elevate e la riduzione della massa dei componenti rende la macchina molto efficiente.
Per quanto riguarda poi il riciclo di alluminio destinato a packaging alimentare molto importante è anche l’aspetto legato alla sicurezza, per la quale esistono precise norme da seguire (come ricorda anche il Cial).

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