Un posto al sole per il fotovoltaico
Non c’è dubbio che dopo lo slancio e gli entusiasmi dello scorso decennio il fotovoltaico e le tecnologie per l’utilizzo dell’energia solare abbiano patito soprattutto in Italia una flessione. Le prospettive di rilancio restano però consistenti: R+W può assecondarle con la sua gamma.
Su scala mondiale le rinnovabili crescono
Fino al 2016 l’esigenza di un’energia a impatto zero ha dato una vigorosa spinta al mercato degli impianti fotovoltaici e del solare termico con una leggera prevalenza del secondo sul primo. A dirlo sono i dati riportati dal rapporto di Solar Heat Worldwide, pubblicato da IEA SHC, l’istituzione che si occupa di registrare i progressi del settore, in base al quale la potenza del solare termico a livello mondiale viaggia attorno ai 456 GW, in grado di fornire una produzione pari a 375 TWh di energia termica. Questa tecnologia ogni anno assicura al pianeta un risparmio notevole in termini di emissioni di CO2 e di utilizzo di fonti fossili come il petrolio. Mentre il fotovoltaico conta 303 GW di potenza. In ogni caso in generale le fonti di energia rinnovabile su scala mondiale sono in crescita e stanno vivendo una costante evoluzione. Oggi per esempio la nuova tendenza del mercato è quella di puntare su impianti multi-megawatt che operino su interi quartieri. Ma mentre in Paesi come Cina e India la corsa del settore continua in Europa ha rallentato. Basti dire che negli ultimi tre anni nel nostro Paese le installazioni del solare termico sono diminuite del 25%. La situazione è generalizzata, tanto che anche la Germania, paese leader nell’impiego di energie rinnovabili, ha registrato un trend negativo a partire dal 2014. Le cause vanno cercate in parte nella crisi economica che dal 2008 ha attraversato molti settori dell’industria e dell’economia, ma anche nei prezzi bassi del gas, che hanno spinto la popolazione a installare impianti basati sull’utilizzo di questa risorsa. Senza trascurare però la scarsa informazione dei consumatori su impianti fotovoltaici e solare termico e l’inefficiente ottimizzazione degli incentivi erogati a livello istituzionale. Per cambiare rotta, a detta degli esperti, ci vorrebbero progetti nuovi e capaci di rilanciare i collettori solari su larga scala,non solo in ambito domestico e privato, come del resto già avvenuto nei Paesi Nord europei. Ma per avviare un vero cambiamento in questa direzione è necessario un impegno concreto da parte di tutte le parti interessate. A cominciare dai governi che devono garantire agevolazioni e sgravi fiscali, incentivando direttamente impianti a uso industriale, anche con la creazione di normative e condizioni che tutelino e supportino questo settore.
La sfida del fotovoltaico si chiama Energy storage
Anche il mercato degli impianti fotovoltaici in Italia è fatto prevalentemente di piccole installazioni per uso domestico (che costituiscono il 79% del totale), ancora pochi gli impianti fotovoltaici industriali installati dalle imprese più energivore. Ma, in vista di un superamento definitivo dell’utilizzo del petrolio e dei combustibili fossili, la vera sfida che questo comparto si trova ad affrontare, oltre alla conquista delle grandi aziende, è quella dell’energy storage (accumulo elettrico), vale a dire la possibilità di stoccare in apposite batterie l’energia prodotta (e non immediatamente consumata) del proprio impianto fotovoltaico, per poi consumarla nelle ore in cui si ha necessità . In questo modo la quota di domanda coperta da questa fonte rinnovabile può andare ben oltre la soglia del 50%, garantendo all’utente un consistente risparmio sulla bolletta. Qualche passo in avanti lo storage elettrico per il fotovoltaico lo ha fatto nell’ultimo anno visto che in precedenza i produttori hanno dovuto risolvere alcuni problemi legati in parte alle prestazioni, che devono essere pari a quelle della rete elettrica, e in parte allo spazio del sistema di batterie. Ma le previsioni di mercato lasciano ben sperare. In base alle stime, infatti, il panorama energy storage, nei prossimi anni sarà in grande crescita e dovrebbe raggiungere i 7,2 miliardi di dollari nel 2020. Quali che possano essere le future evoluzioni nel settore del solare, R+W è pronta ad accompagnarle grazie a una offerta entro la quale spiccano i giunti della famiglia EKL.
Punto di partenza del loro sviluppo è la consapevolezza che le potenzialità del fotovoltaico possano essere sfruttate al massimo solo quando i pannelli seguono il posizionamento e la direzione dell’astro. Sistemi di tracciamento a uno o due assi alimentati da appositi motori elettrici sono la chiave di volta per il buon funzionamento di tali architetture e i giunti a elastomero in tecnopolimero sono stati disegnati per ottimizzare le connessioni fra il motoriduttore e gli assi di controllo.
Perfettamente allineati
Flessibili e al tempo stesso resistenti a fatica e impatti, rappresentano non soltanto un elemento di compensazione per eventuali disallineamenti dovuti all’assemblaggio, ma provvedono anche a una limitazione delle vibrazioni in vista di un posizionamento ottimale. «Il business di R+W Italia in quest’ambito», ha detto il responsabile commerciale della filiale tricolore Davide Fusari, «è stato limitato dal rallentamento che ha interessato le installazioni di impianti dopo il boom attraversato alla metà del decennio scorso. La precisione che solitamente contraddistingue le nostre soluzioni ci permette però di pensare che nel caso di una auspicata ripresa delle attività , l’azienda possa ancora giocare un ruolo di primo piano». Protagonisti della partita potrebbero senz’altro essere i già citati modelli EKL, ma non solo. «Le motorizzazioni con attuatori per l’orientamento dei pannelli e dei sistemi grid sono certamente un segmento applicativo di estremo interesse», ha proseguito Fusari, «e possiamo presidiarlo anche con esecuzioni, trattamenti e materiali speciali come gli acciai inossidabili più resistenti alle sollecitazioni tipiche degli ambienti aperti. Penso per esempio alle linee di giunti EK e LK (vedi foto), a elastomero oppure a soffietto; nonché alla versione tecno-polimerica TX».