Automotive, una mano all’ambiente anche dalle vernici
Anche i trattamenti superficiali a cominciare dalla verniciatura sono attualmente interessati da quelle spinte alla digitalizzazione dei processi che rappresentano il fondamento di una maggior efficienza e superiore sostenibilità.
E i produttori di macchine devono adeguarsi al trend.
L’innovazione 4.0 ha da tempo fatto il suo prepotente ingresso anche nel panorama della verniciatura industriale e in particolare dei trattamenti superficiali per l’automotive.
L’obiettivo dei player di settore è incrementare l’efficienza risparmiando energia e risorse grazie a processi nuovi e green-oriented.
È d’altra parte improntata da molti anni alla sostenibilità la strategia di una primattrice come la milanese Geico, parte del gruppo Geico Taikisha con sede a Cinisello Balsamo.
Fornitore tier 1 di impianti di verniciatura automatizzati per il settore automotive, l’azienda punta sul verde sin dallo scorso decennio e a suon di investimenti è riuscita a conquistarsi una posizione da primatista internazionale del comparto.
Ha infatti dato vita a un impianto-modello di verniciatura a impatto zero e il risultato emerge in tutta la sua importanza se si considera che l’attività è fra le più energivore dell’intera industria della mobilità.
La sfida dell’acqua
Anche i costruttori di auto hanno via via rivolto attenzione crescente alle finiture eco-friendly, come dimostra il caso di Mazda.
La sua tecnologia proprietaria Aqua Tech Paint è da ritenersi fra le meno impattanti nella rosa di quelle attualmente disponibili.
Sia perché a base-acqua, appunto; sia perché studiata per ridurre le emissioni di composti volatili e di particelle – e non da ultimo anche di CO2 – durante le procedure di verniciatura.
La scuderia giapponese è per certi versi rivoluzionaria per la capacità di integrare artigianalità e robotica con la tecnica detta Takuminuri (dalle due espressioni nipponiche per mastro artigiano e vernice), ma là dove sono i macchinari a dover garantire un surplus di efficacia, rapidità, qualità e precisione delle lavorazioni, allora anche i componenti possono e devono far la differenza.
L’intelligenza 4.0
La produzione di queste vernici a basso impatto ambientale è, infatti, sempre più spesso affidata a macchinari di generazione 4.0 o a componenti intelligenti capaci di rendere smart anche macchine datate.
L’obiettivo per tutti è velocizzare la produzione, ridurre gli sprechi, prevenire imprevisti che potrebbero mettere a repentaglio l’ordine in lavorazione.
E, ovviamente, inquinare il meno possibile.
Tutte sfide che R+W Italia, azienda leader nella produzione di giunti e alberi di trasmissione, ha fatto sue da tempo, tanto che per i produttori di macchinari destinati alla lavorazione delle vernici, per esempio, mette a disposizione giunti con limitatori di coppia che, se dotati di appositi sensori, sono in grado di generare dati in ogni momento del loro funzionamento dando la possibilità di controllare passo-passo ogni fase della lavorazione.
«Un esempio arriva dai limitatori di coppia delle serie ES e ST, entrambi prodotti ideali in tutti i processi dove sia necessaria la massima precisione», spiega Davide Fusari country manager della filiale made in Italy della multinazionale tedesca.
«Nel dettaglio si tratta di limitatori di coppia a sfere sui quali è possibile montare sensori che li trasformano in piccoli computer (iSt e iEs- dove “i” sta appunto per intelligence).
Nella loro versione smart possono monitorare costantemente la produzione, comunicare con gli altri componenti della macchina e quindi fare una diagnostica del funzionamento, rilevando il valore di coppia, la velocità di rotazione, le vibrazioni e le spinte assiali a cui sono sottoposti».
Tutto questo consente di prevenire per tempo guasti o altre anomalie e prevedere cicli di manutenzione prima che il danno possa causare dannosi fermi macchina.