
IL PACKAGING LO VOGLIO DIGITALE E GREEN

In questi ultimi anni il cambiamento culturale e sociale dei consumatori ha fortemente influenzato l’evoluzione che il packaging alimentare, con il risultato che oggi le confezioni non devono più solo contenere e proteggere il cibo, ma lo devono fare in modo sostenibile, minimizzando il più possibile l’impatto sul nostro pianeta. Una svolta che non riguarda solo il nostro Paese ma si registra in tutto il mondo.
L’evoluzione del packaging alimentare
Su questa strada uno dei cambiamenti più evidenti è stata la riduzione della quantità di materiale utilizzato. Le aziende stanno investendo in design più intelligenti e leggeri, in grado di garantire però le stesse funzionalità . Questo si traduce in confezioni più sottili, flessibili e concentrate che richiedono un minor utilizzo di materie prime, costi più bassi di trasporto e producono meno rifiuti. Del resto i consumatori hanno chiaramente dimostrato di preferire prodotti con un packaging essenziale, che eviti strati inutili di plastica o altri materiali. Lo conferma anche la società di ricerche Nomisma che all’inizio dell’anno ha presentato a Bologna il suo Osservatorio packaging del largo consumo 2025 con il quale si è concentrata anche sulle tendenze che in materia di confezionamento orientano in maniera più decisa e importante le decisioni di acquisto di ogni giorno. Nell’ambito degli alimentari (ma non solo) non c’è dubbio che la nota dominante sia rappresentata dalla ricerca di soluzioni green. Il 27% dei consumatori interpellati ha descritto «la sostenibilità del packaging» come «molto importante» o «fondamentale»; per un altro 41% essa è apparsa comunque importante. Un trend che sta facendo guadagnare popolarità anche alla vendita di prodotti sfusi e ai sistemi di deposito cauzionale come valide alternative per ridurre quanto più possibile la produzione di rifiuti (soprattutto plastica) da imballaggio.
Imballi verdi, grazie, siamo italiani
Il 22% del campione ha dunque affermato di prediligere «spesso» i prodotti food & beverage confezionati nel rispetto dell’ambiente; il 6% lo fa invece con regolarità . Stando a quanto è emerso dal report di Nomisma, citato dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, gli italiani hanno di ciò che è verde una visione ben chiara. Ovvero: il 46% pensa che un prodotto sia sostenibile se il suo imballo è riciclabile e anzi (51%) «quando è completamente riciclabile». Il 43% assegna la sua preferenza agli articoli e alle aziende che evitano gli involucri eccessivi e perciò inutili (over-packaging) e il 40% a chi utilizza materie prime rinnovabili, riducendo (35%) le emissioni di Co2.
Intelligenza in scatola
L’attenzione dei consumatori verso la sostenibilità ha anche stimolato la ricerca e lo sviluppo di soluzioni packaging attive e intelligenti. Le prime interagiscono con il cibo per prolungarne la freschezza e la conservazione, riducendo così lo spreco alimentare. Le seconde invece, sono dotate di sensori e indicatori capaci di fornire informazioni sullo stato del prodotto in modo da preservare il più possibile il cibo contenuto al loro interno e ridurre gli sprechi. Ne è un esempio il fornitore cinese Global Fortune Package che nel gennaio scorso si è concentrato sulla sete di informazioni che caratterizza il pubblico contemporaneo e va di pari passo con l’attenzione per una dieta equilibrata. Sempre più richieste sono allora confezioni che consentano non soltanto di avere un’idea chiara degli ingredienti di un alimento; ma anche di controllare attentamente le giuste porzioni e pianificare così un regime alimentare adeguato. L’uso di codici scansionabili (richiesto dal 79% dei consumatori globali secondo un sondaggio del 2024) serve a dar conto della responsabilità dei vendor nella gestione del ciclo di vita dei prodotti, ma cresce al contempo il peso dell’AI. I designer ricorrono all’intelligenza artificiale per testare inediti layout e indirizzare «fasce demografiche di nicchia» con grafiche e forme personalizzate o quasi, come già fanno alcuni colossi del beverage.
Comunicazione chiara
La dovizia di particolari circa le qualità salutistiche e nutritive degli alimenti è considerata una top priority anche da Nielsen IQ, laddove citando McKinsey & Company la multinazionale del settore IFCO ha voluto evidenziare aspetti diversi. La «crescente enfasi sulla sostenibilità si accompagna alla continua importanza dell’igiene e della sicurezza alimentare» e il 75% dei consumatori nel mondo li identifica come «fattori critici». Seguono «la durata di conservazione con un’importanza globale media del 67%»; la durabilità (55%) «e la facilità d’uso al 57%». È significativo infine che la clientela riconosca l’impegno con cui l’industria cerca di soddisfare il generalizzato desiderio di packaging dall’impatto ridotto. A sostenerlo con una survey è stato un altro brand globale, Schorr, secondo il quale «i consumatori stanno prestando attenzione ai settori all’avanguardia nell’imballaggio sostenibile» e il settore alimentare e dei beni confezionati «è elogiato dal 56% degli intervistati». Seguono «i prodotti per la pulizia (37%) e l’abbigliamento e vestiario (35%)».
Praticità prima di tutto
Ma i consumatori sono anche alla ricerca di praticità e convenienza. Il ritmo frenetico della vita moderna ha portato a una maggiore richiesta di confezioni monodose, richiudibili, facili da trasportare e da utilizzare. Basti pensare al successo delle buste stand-up o a quelle adatte al microonde. L’obiettivo? Semplificare il più possibile la vita dei consumatori.
Salute, sostenibilità , praticità ed estetica sono i pilastri che stanno guidando l’innovazione in questo settore, e continueranno a plasmare le confezioni del futuro.